Lotta strenua

Luglio 1995

Immagina un mare piatto, grigio.
Il cielo si fonde con esso nell’orizzonte.

Niente suoni se non il mio cuore che batte.
Immagina un mostro nero che si muove sotto il pelo dell’acqua

Un mostro enorme, senza coscienza, senza cuore.
Una forma indistinta, mutevole, cattiva.

Una piccola imbarcazione a remi,
sciabordio di acqua all’interno.

Precaria divisione tra me ed il mostro.
La, la c’è il mostro, vedi quella piccola onda?

Vedi il riverbero della sua schiena,
una macchia nel mare grigio?

Le mie parole vengono succhiate dal cielo plumbeo.
Il mio sguardo cerca un po’ di sole

Un po’ di vento per issare le vele e sfuggire al mostro
Questo pianto, immaginalo come se fosse stato dentro una bottiglia.

Un messaggio arrivato da chissà dove,
un naufrago in un mare in bonaccia.

Perché è così che mi sento.