In seconda classe in India

Raj (il tizio della truffa di Delhi) mi ha acquistato un biglietto di seconda classe spacciandolo per prima classe per tornare a Delhi da Gwalior (e prendere il volo per Varanasi).
La cosa mi fa incazzare davvero. Non tanto per la seconda classe in se ma per la disonestà reiterata del soggetto. Inoltre ci ha raccontato che il biglietto andava prenotato con largo anticipo mentre il suo autista Arajun ce lo fa la sera prima.
COMUNQUE… Io e Paola ci rechiamo di buon mattino su uno scalcinato Tuk Tuk alla stazione di Gwlior. Un caldo pazzesco già alle 8.30 del mattino.
Il treno si scopre essere in ritardo. Non si sa di quanto. Nel frattempo veniamo abbordati da una donnina molto simile a una strega. Ci fa compagnia per quasi tutto il tempo in cui siamo stati ad aspettare il treno. Per aiutarci a passare il tempo è solita toccarci il braccio mugolando un’antica nenia il cui testo è “give-me-money, give ME money“.
Che simpatica tata.

Girovagando in cerca di acqua nella stazione mi rendo conto di due cose impressionanti.
UNO: i binari sono una latrina a cielo aperto. A quanto pare i tizi preferiscono andare al cesso mentre il treno è fermo.
DUE: i binari sono una rappresentazione in scala ridotta di New York. Dove il brulicare di gente è sostituito da un brulicare senza sosta di topi.
Ce n’è di ogni forma e lunghezza. Alcuni sono amici, altri si fanno i fatti propri, altri ancora lottano tra loro.
Poi, 5 minuti prima che passi un treno scompaiono. Immagino che sentano le vibrazioni in terra. Sono sicuramente più attendibili del cartellone degli orari. Dove vanno, non è dato saperlo. Una volta passato il treno di nuovo tutti fuori.

Dopo quasi 3 di ritardo ore arriva finalmente un treno. Senza scritte. Senza nessun tipo di targhe identificative. Faccio la consueta corsa in cerca di qualcuno di attendibile che mi dica dove porta.
Non so perchè ma gli indiani tendono a essere molto accondiscendenti con gli occidentali: forse per timore di deluderli. Quindi la semplice domanda: “questo treno porta a Delhi?” avrebbe avuto come risposta “certo! è proprio quello.” Anche se non era vero per un cazzo.
Questo mi fa pensare che alla fine gli indiani e i livornesi non sono poi così diversi. Avete mai provato a chiedere indicazioni a Livorno? Ti mandano sempre nella direzione opposta!
Viene fuori che il treno è  quello giusto! Facciamo una corsa disperata prima che riparta! Addio cara vecchia megera “Give-me-money!” Ti auguro un futuro pieno di ricchezza e fortuna!

Durante il tragitto, dove siamo pigiati come salacchini vado al cesso e mi rendo conto che effettivamente Raj ci ha prenotato un treno di lusso. Sotto trovate una foto.
Dovete sapere che in India è pressoché introvabile la carta igienica. Allora la gente come fa? Semplice! Usa la mano sinistra. Poi se la lava dentro il tegamino con l’acqua in dotazione nei cessi di lusso come questo. Se notate il pentolino è assicurato ad una catena che impedisce a sedicenti cuochi di portarlo via. E questo spiega come mai non si deve MAI stringere la mano sinistra della gente.

Dopo 4 ore di viaggio arriviamo a una stazione periferica di Delhi (non ricordo bene il nome ma era lontanissima). Una volta fuori siamo stati assaliti, come di consueto, da una decina di tassisti indiavolati. Occidentali=carne fresca!!  Non ci crederete ma a sto giro sono stato io a fregato io il tassista! Una corsa di 40 minuti l’ho strappata a 500 rupie! Il tizio ne voleva 600 e ha detto che non ci accendeva l’aria condizionata se non gli davamo 100 rupie extra. Noi abbiamo aperto i finestrini e per un po’ siamo stati a quei 50 gradi che ci sono qui. Il tassista tutto madido, non ce la faceva più. Poi ha detto “ok” aria condizionata inclusa.

Durante il lungo tragitto ne sono successe di cose! Un transessuale poco vestito si è quasi innamorato di me mentre eravamo fermi ad un semaforo e ha deciso di intrattenermi struscinadosi sul finestrino dal mio lato. E poi la chicca del tassista che, sullo svincolo dell’autostrada, si è addormentato al volante… Il classico colpo di sonno. Non per tanto tempo: circa 5-6 secondi. La macchina ha iniziato a rallentare inspiegabilmente e quando mi sono sporto per vedere cosa stava succedendo ho visto che aveva la testa reclinata in basso ed il respiro mpesante.
Comunque in un modo e nell’altro siamo arrivati in albergo e una volta li abbiamo scoperto con una certa rabbia (inizialmente) che ci hanno cancellato  la prenotazione ma (grazie Dio!) ci hanno spostato  in un albergo davvero di LUSSO (ma un lusso europeo)!
Quindi va beh abbiamo optato per non tornare nel casino di Delhi ma stare un po’ in piscina.

Domani invece volo interno per Varanasi: la città sacra degli Indù. Si viaggia leggeri, solo col bagaglio a mano. Priorità alle macchine fotografiche. Sorgono alcuni dubbi. Non avendo fatto il checkin online si potrà partire? Riusciremo a trovare un deposito bagagli che ci custodisce le valigie per 3 giorni?
Il truffatore di Delhi (il solito caro vecchio Raj), nel pomeriggio mi ha mandato una mail dove diceva che ci mandava un altro autista per farci girare la città… Ma andasse un po’ AFFANCULO!

 

Un viaggio tutto sommato piacevole