Oggi siamo arrivati a Varanasi, la città sacra Indù. Merito/colpa di Luca Sprecacenere che due anni fa mi parlò di questa città mentre eravamo in Bolivia. “A Varanasi ti scorre un’intera vita davanti a gli occhi sul Gange. La madre che lava il figlio, i ragazzi che giocano, le coppie di amanti, i vecchi e coloro che vengono cremati”. Queste parole le ricordo ancora bene e ora  sono qui per toccare con mano!

In effetti desideravo provare emozioni forti ma è impossibile descrivere questo posto: è come l’India che ho visto fin’ora alla decima potenza strafatta di metanfetamine. È tutto TROPPO!
Il caldo: PAZZESCO, i mendicanti che non ti danno pace: AGGUERRITISSIMI, lo sporco: OLTRE OGNI MISURA, il Gange: COSÌ GRANDE CHE PARE UN MARE, la spiritualità: COSÌ FORTE CHE PARE DI INGOIARE UNA SPADA.
Vorrei dire tanto ma nulla basterebbe a descrivere questo universo parallelo. Ho visto cremare morti sulle pire, bambini che si rincorrevano nudi nel Gange, santoni che mi hanno sorriso, un tizio ha sputato sangue ai miei piedi, una vecchia vendeva pesci enormi, un guidatore di tuk tuk pazzo e simpatico al tempo stesso che rideva sempre… Non so, mi servirà più tempo per metabolizzare quello che ho visto.

In riva al Ganga (come gli Indù chiamano il Gange) la vita gira intorno al ghat: Bambini nudi che si rincorrono, donne che se ne stanno sedute insieme alle amiche a parlare con i piedi nell’acqua, ragazze che lavano i loro panni, santoni che fanno abduzioni, intere famiglie (vestite all’occidentale) che si lavano la faccia, toccandosi la testa come di consuetudine 7 volte e infine le ceneri asperse del defunti. Adesso capisco le parole di Luca, facendole mie:  “A Varanasi ti scorre un’intera vita davanti a gli occhi sul Gange.”

E’ qualcosa che non si può descrivere  se non la si vede con i propri occhi. Il Fiume Gange è la vita, da la vita anche dopo la morte.

La Gallery della città folle Varanasi

 

 

Varanasi: la città sacra sul fiume Ganga

Varanasi è la Città Sacra degli Induisti. Ogni Induista, almeno una volta nella sua vita, deve essersi recato a Varanasi e qui deve immergersi nel sacro fiume Gange. I ghats sono delle rampe di scale di pietra che terminano all’interno dell’acqua del fiume. Ogni mattina all’alba, gli Indù iniziano a compiere dai ghats le proprie abluzioni. Il posto migliore per i turisti che vogliono assistere a queste cerimonie rituali è da una barca che risale il fiume.
Secondo l’induismo l’unico posto della terra in cui gli dei permettono agli uomini di sfuggire al saṃsāra, cioè all’eterno ciclo di morte e rinascita, è la riva occidentale del Gange a Varanasi, perciò nel corso dei secoli milioni e milioni di induisti sono venuti a morire qui.
Ed è sempre a Varanasi, nel Gange che ogni Induista desidera che vengano sparse le proprie ceneri, perciò le pire per la cremazione ardono 24 ore su 24 ed ogni sera, al tramonto, i brahmini danzano tenendo in mano delle sculture di luce, mentre le centinaia di persone che assistono, da terra e dal fiume, affidano alla “madre Ganga” delle fiammelle che rappresentano i propri sogni.